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La Situazione Delle Chat Oggi

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Pubblicato da David in Storie di Chat · Mercoledì 13 Mar 2024
Tags: ChatBlogIl Mondo Delle ChatLa Situazione Delle Chat Oggi
 
Il web cambia, le chat online no e stanno scomparendo!
Scrivevo di questo due anni fa, e il processo involutivo continua inesorabile, aiutato da una stagnazione del web in senso generale, poche idee, zero investimenti, sfavillanti novità e rivoluzioni come voci di corridoio che spaventano più dell’attuale staticità.
Nulla si muove senza investimenti, ed il comparto chat è l’ultimissimo interesse di qualsiasi investitore, esse siano IRC o nuove app da farci installare sui telefoni.
Piacciono sempre meno i social, figuriamoci le chat online che da minimo un decennio sono state soppiantate per queste piattaforme digitali.

Le Chat Oggi: La Situazione

  
E allora diamo dei crudi numeri per quanto riguarda IRC, i network e server a livello mondiale e nazionale:

 
Situazione  dei server e network IRC (dati Netsplit.de), erano 857 nel 2007, 624 nel 2013, sono 478 oggi, di cui almeno 300 di questi 478, versano nello stato di semi deserti, deserti totali, o non più raggiungibili .
Non bisogna farsi infatti ingannare da quelle reti, che sono indicizzate come piene di utenti, ma in verità in chat vi sono il 100% di bot, bnc, cloni, quindi numeri inesistenti fini a se stessi.
Numeri internazionali, quindi che non prendono a campione solo il nostro paese, ma il mondo delle IRC chat da ogni punto del globo.

Sempre nel 2022 parlavo del bisogno di monetizzare, di costi sempre maggiori e di un calo vertiginoso di utenti; negli ultimi mesi si sta assistendo non solo a chiusure temporali o totali di certi servizi, ma anche ad ammissioni pubbliche (vedi UnrealIrcd e il suo amministratore) di non riuscire più a coprire le spese.
Donazioni scarse, pubblicità che pagano miserie, ed ecco che si richiede pubblicamente aiuto su come tirare su soldi per mandare avanti la baracca.
Unrealircd, per chi non lo sapesse, è il software gratuito più usato per creare IRC server, ed è open source; viene evoluto e mantenuto proprio da chi ama ancora oggi questa tipologia di chat, ma che ripeto nuovamente, non riesce a staccarsi da una visione antiquata di vivere il web.
Se una crisi di donazioni, iscritti e download, non accendono “lampadine” sul bisogno di un cambiamento, non c’è futuro se non quello che stiamo già vivendo.
Scrivo realmente senza astio, che non mi pesa venga bloccato un mio intervento in cui espongo la mia visione del problema, quanto il percepire una chiusura verso qualsiasi strada non sia quella prestabilita nei tempi che furono…
Potendomi spingere nel prevedere possibili scenari futuri, azzarderei due possibilità:
  • la prima è che entro due/tre anni, anche lo sviluppo dei server IRC e services, avranno singoli upgrade annuali, restando sempre più una nicchia per appassionati.
  • Oppure uno sviluppo massiccio lato web, con nuove interazioni e possibilità di login con più social account, web applet con integrati non solo profili utenti e registrazione, ma anche piattaforme di scambio/vendita, farà tornare qualche centinaio di migliaia di utenti, ora prevalentemente attaccati a tiktok, youtube, instagram.
In questo caso l’interazione sarà più commerciale e promozionale, ma visto lo stato di salute del “paziente chat”, non è il caso di mettere i puntini sulle i.


IRC CHAT
 
IRC naviga in queste acque, ma le altre non cantano certo vittoria, complici strategie di marketing folli, che vedrebbero esborsi mensili considerevoli, per non possedere nulla, ne una licenza, ne il controllo su un proprio server di tale piattaforma. Nascono (e muoiono) come funghi questi servizi di chatroom, belli nelle premesse, pessimi tra costi e longevità.
A parte Minnit, Rocket ed altri due o tre servizi, che offrono anche gratis (ma con molte limitazioni) la creazione di chatroom, il resto è solo un esercizio di stile, una pubblicità per mostrare di cosa è in grado di fare il gruppo/società proprietario.
Nessun controllo sui dati delle registrazioni, nessuna informazione su quanto trattenuto dalle conversazioni, limite a 20/25 utenti simultaneamente, 1/2 moderatori, risicate funzioni di moderazione e sicurezza.
I pacchetti gratuiti alla fin fine offrono questo, solo sborsando dai 200/500$ al mese, si comincia ad avere un pacchetto decente; ha senso? Trova fattibilità nel nostro continente in forma gratuita di svago?

 
Portare l’utente ad interagire, quanto ad essere spettatore, coniugando il bisogno di una monetizzazione del servizio per entrambe le parti, nella mia visione, è l’unico futuro delle chat.
Per quanto diversissimi come servizi, only fans, youtube, tiktok, instagram, fanno numeri perché permettono di monetizzare i contenuti. Chi offre le piattaforme maggiormente, ma anche i “creator” guadagnandoci, hanno interesse a promuovere il servizio.
La logica, portata più sul gioco o su un aspetto più artigianale della vendita, deve essere parte integrante delle chat e dell’intrattenimento.

 
I puristi diranno subito che si perde lo “spirito” con cui è nato IRC, che le chat devono essere solo luoghi dove primeggia l’aspetto umano, ottimi slogan mai rispettati dai più!
IRC ha un’infinità di reti che campano non sulla seria conoscenza e l’interazione umana; basta leggere i nomi delle stanze ed entrarvi, per capire che scaricare film e programmi piratati è l’unica ragione di vita.
Altre se eliminassero i canali hot e di sesso, decimerebbero l’utenza.
A ben guardare, le chat in generale, campano tra chi vuole materiale audio/video/software gratis, e chi spera in incontri facili e sesso (virtuale e non), senza dover pagare pacchetti abbonamenti su siti di dating ed escort.
Questa è la realtà Italiana, tolti uno o due casi (e uno è proprio orgogliosamente e DreamsWorld), chi parla di serietà, sicurezza, e bla bla, recita la solita poesia (poco sentita e molto ruffiana) alla recita Natalizia.

 
Il tragico è che non muovo critiche per il piacere di distruggere, sono legato affettivamente ad un mondo che ha dato molto a tutti, che è stato utilizzato male, e continua a farlo ingrassando chi ha tutto l’interesse che esso sparisca.
Quando yahoo, google, ed altri hanno chiuso le loro community, l’hanno fatto con uno scopo preciso, non certo perché veniva a mancare l’utenza.

 
La chat è un luogo (seppur virtuale) di aggregazione, oggi l’aggregazione deve essere controllata e gestita su piattaforme ben precise.
Chi non vuole capire questo, non accetta che i tempi sono cambiati, e con essi il concetto di libertà espressa in spazi, modi, diritti e doveri.
Bisognerebbe rivedere tutto il percorso che ha fatto il web in questi 25 anni, per comprendere evoluzione ed involuzione dei servizi e della libertà.
All’inizio Google aveva bisogno di noi, oggi noi dipendiamo da google, la chat era il modo di comunicare, oggi è parlarne al passato.
Solo il suo prematuro inserimento nella bacheca dei ricordi, non corrisponde con la fine di un suo sviluppo per mancanze oggettive della piattaforma.
Scatta automatico il ringraziamento a kiwiirc per aggiornare il client, a Mibbit per non aver tagliato la spina pur non sviluppando tale programma dal 2019, Anope o Unrealircd, Inspircd, i servizi online in generale e tutto quanto è ancora free ed utilizzabile a livello di chat, eppure non basta.


Fonti di questo articolo:


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