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Internet, App E Chat: Uso Lecito Ed Illecito

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Pubblicato da David in Storie di Chat · Giovedì 17 Mar 2022
Tags: internet chatapp chatinformazione e privacy
 
Avete notato come le chat siano sempre più al centro di gossip, notizie e cronaca nera?
Le intercettazioni passano ora attraverso Whatsapp, Telegram ed altri messaggini digitati con troppa leggerezza, l’eccesso di fiducia che si trasforma in un boomerang anche con tristi risvolti.

Metaverso, short message, privacy, dietro a questi termini vi sono azioni e conseguenze di pari valore alle parole scritte in calce, con l'aggravante che restano consultabili per un tempo non definibile, anche da chi ignoriamo.
Quando si insiste su privacy ed anonimato non è inteso a proteggere l'illecito o il criminale, ma il peso che una foto o una frase scritta a noi riconducibili, possano trasformarsi in un calvario spropositato rispetto al semplice significato o raffigurazione di un'immagine.
Spiati, archiviati e costantemente monitorati; questa è la cruda realtà per chiunque abbia una identità digitale ed usi determinate app sul proprio pc o smartphone. Nulla di nuovo o ignoto a tutti noi, ma quanti si soffermano a comprendere che si è da tempo sorpassato il limite del lecito annientando il privato e personale?

Perchè se un dialogo è privato tra due persone, è lecito che questo sia liberamente condiviso da chiunque? Per informazione? Perchè giusto le persone sappiano?
Siamo così sicuri che questo “dovere” e “lecito” non sia usato come un ariete per sfondare ed accedere ad ogni personale vivere come individuo? Oppure arma per manipolare a proprio tornaconto una realtà diversa?
Certe informazioni potranno interessare un giudice nelle sue decisioni,  un marito o moglie traditi, ma non certo milioni di sguardi interessati unicamente al morboso e segreto di certe storie.

Tutte le chat loggano (ovvero salvano in file) accessi ed azioni come inviare una faccina, una foto, un video, le parole digitate, la differenza sta nel tempo queste vengono definitivamente cancellate, se vengono loggate solo le stanze pubbliche e non private, chi può accedere a simili dati.
Ogni persona può salvare uno o più screenshot certamente, ma questo divulgare e intrufolarsi nel privato, a lungo andare sta annientando proprio la comunicazione tra le persone “normali”, la spontaneità e soprattutto la fiducia nel prossimo.
Vip o persona comune non fa differenza, chiunque può manipolare, estrapolare e condividere piccole o grandi confessioni, confidenze, e se poi la legge ti da anche ragione, risarcendoti o eliminando certi contenuti, nessuno può ridarti quanto ti è stato rubato nell’intimo, o cambiare l’ immagine di te influenzata da tali “rivelazioni”.

Fino a qui si è guardato quanto sia illecito o al limite di esso l’uso personale di una tecnologia, ma le stesse app e servizi che per altri fini accedono e condividono il nostro privato, sono poi in grado di modificare ed alterare il nostro vivere.
Non si tratta di celare verità o il nasconde fantasmi, unicamente il privato di un individuo deve restare tale, accessibile solo se autorizzati dallo stesso, la trasparenza morale non è invasione e sfruttamento del personale.
Ogni qualvolta leggo articoli in cui sono riportati pubblicamente dialoghi privati, intercettati o semplicemente passati da qualche figura ancora più spregiudicata, non mi soffermo al tema trattato o chi siano tizio o caio, ma la facilità con cui tutto sia alla portata di tutti.

Informazione attraverso app chat e Internet, uso lecito o illecito del privato?

Un processo di “modernità” che non so dove arriverà, fino a che livello di tolleranza e tacito consenso verrà spinto. Abbraccio l'idea che alcuni segreti, alcune bugie ed altrettante verità restino dubbi; al pari di certe parole dette e mai più ripetute stampate in memoria e ricordo di chi le ha ascoltate, e niente più.
Anche in tv, per “dovere di cronaca” ed “approfondimento”, spuntano le intercettazioni di chat private, trascrizioni e stralci di dialoghi che mostrano la facilità con cui i nostri telefoni e pc, siano violabili. Le aziende fornitrici di questi servizi di messaggistica, solo in rarissimi casi forniscono accesso ai loro server, casi talmente limite da far domandare chi e come questi “giornalisti” arrivino ad avere legalmente certo materiale.

chat news

Domanda che a pochi interessa; il fine giustifica i mezzi, la notizia o il pettegolezzo vincono sulla trasparenza e lealtà.
Diventa laborioso anche smascherare il fake, l’illazione di un log abilmente modificato, il poter smentire un’infamia in un terreno come quello virtuale, dove volutamente è facile negare il diritto di replica.
Prendo ad esempio un semplice strumento web come quello per i commenti degli articoli di un blog, diventa facile per chi lo amministra creare falsi account che interagiscono tra loro, trasformando quello che era nata come una “comment box” in una vera e propria che avvalora una tesi, bloccando ed eliminando tutti i pareri  contrari o che potrebbero mostrare la malafede e falsità di tali interventi.
Eppure è quotidianità assistere a questi esempi, come convivere con finte recensioni, feedback positivi acquistati, cyber attacchi formalmente “naturali ed onesti”.
Oppure stralci di dialoghi vengono presi e manipolati da una certa stampa per stravolgere una realtà, traghettandola dove conviene, dove i padroni vogliono. Quante volte in certi servizi di “inchiesta”, vengono letti pezzi di chat, email ed intercettazioni telefoniche che danno un senso ben definito di una situazione?
Cosa scopriremmo invece leggendo l’interezza di questi discorsi, mettendoli oltretutto in un ordine temporale e contestualizzandoli?
Il nostro comunicare è tutta una chat, un immettere dati ed inviarli a singole persone o gruppi, ma senza un reale controllo e gestione personale, possiamo scegliere cosa scrivere, non quanto verrà preso ed utilizzato da esso.


 
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